Un po' di cultura Nipponica

La cerimonia del te

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    LA CERIMONIA DEL TE o CHA NO YU


    La cerimonia del tè (cha no yu) è un rito antichissimo, tutt'oggi praticato in Giappone, dietro al quale si nasconde una vera e propria filosofia di vita.
    La cerimonia del tè è uno dei rituali tradizionali più affascinanti del Giappone. Ogni gesto, ogni movimento è intriso di sacralità, per la forte connotazione spirituale che porta i partecipanti alla cerimonia ad una ricerca interiore di se stessi
    Il maestro che esegue la cerimonia del te nutre un assoluto distacco dai suoi gesti, la loro raffinatezza ed eleganza sono rappresentazioni della calma interiore raggiunta e dalla maestria nel farsi guidare dal proprio spirito e dal proprio cuore piuttosto che dalla mente.
    Durante la cerimonia devono essere rispettati quattro principi fondamentali: armonia, purezza, rispetto e serenità.
    Il rituale della cerimonia del tè si svolge nella cha shitsu, la cosiddetta stanza del tè, che può trovarsi al interno di un'abitazione o essere in una zona separata dalla casa o anche in un padiglione apposito (la suki), spesso situato in perfetto equilibrio e armonia al interno dei giardini. Anche il giardino riveste un ruolo fondamentale in quanto i suoi spazi sono già parte del rito; un giardino costruito con tale cura da farlo sembrare in realtà un lavoro della natura.
    Altro aspetto degno di attenzione è l’abbigliamento, solitamente caratterizzato da colori sobri; ai piedi i tradizionali tabi, il ventaglio e i kaishi, fazzoletti di carta bianca portati ripiegati nel risvolto del vestito.


    In un Paese fortemente modernizzato e fortemente attratto dai valori occidentali, un antichissimo rito come la cerimonia del tè potrebbe sembrare quindi anacronistico, tuttavia si dimostra come il Giappone sia ancora un paese strettamente legato alle tradizioni.

    Qui potrete vedere un esempio di cerimonia del te



    https://www.youtube.com/watch?v=wWOHS3WkJZk




    Fonte Wikipedia:



    Il Cha no yu (茶の湯, "acqua calda per il tè"), conosciuto in Occidente anche come Cerimonia del tè, è un rito sociale e spirituale praticato in Giappone , indicato anche come Chadō o Sadō, (茶道, "Via del tè"). È una delle arti tradizionali zen più note.

    Il Cha no yu di Sen no Rikyū riprende la tradizione fondata dai monaci zen Murata Shukō (村田珠光, 1423-1502) e Takeno Jōō (武野紹鴎, 1502-1555). La Cerimonia si basa sulla concezione del wabi-cha (侘茶). Questa cerimonia e pratica spirituale può essere svolta secondo stili diversi ed in forme diverse. A seconda delle stagioni cambia la collocazione del bollitore (釜 kama): in autunno e inverno è posto in una buca di forma quadrata (爐, ro, fornace), ricavata in uno dei tatami (畳) che formano il pavimento. In primavera ed estate in un braciere (furo, 風爐) appoggiato sul tatami. La forma più complessa e lunga (茶事, chaji) consiste in un pasto in stile kaiseki (懐石), nel servizio di tè denso (濃茶, koicha) e in quello di tè leggero (薄茶, usucha). In tutti i casi si usa, in varie quantità, il matcha (抹茶), tè verde polverizzato, che viene mescolato all'acqua calda con l'apposito frullino di bambù (茶筅, chasen). Quindi la bevanda che ne risulta non è un'infusione ma una sospensione: la polvere di tè viene cioè consumata insieme all'acqua. Per questo motivo e per il fatto che il matcha viene prodotto utilizzando germogli terminali della pianta, la bevanda ha un effetto notevolmente eccitante. Infatti veniva e viene ancora utilizzata dai monaci zen per rimanere svegli durante le pratiche meditative (zazen, 坐禅). Il tè leggero usucha, a seguito dello sbattimento dell'acqua col frullino durante la preparazione, si ricopre di una sottile schiuma di una tonalità particolarmente piacevole e che si intona con i colori della tazza.

    I quattro principi costitutivi della Cerimonia del tè secondo Sen no Rikyū
    Ciò che rimane oggi dell'antica residenza di Sen no Rikyū a Sakai (Ōsaka) sua città natale. Sul lato destro della foto si può osservare il pozzo dell'acqua a cui il maestro attingeva per la Cerimonia. La stanza del tè (chashitsu, 茶室), denominata Jisso-an, è andata perduta durante i bombardamenti della II Guerra mondiale, ma è stata ricostruita ed è attualmente conservata presso il tempio buddhista zen rinzai, Nanshu-ji di Sakai.
    Il monaco buddhista zen Sen no Rikyū è universalmente considerato il codificatore ultimo della Cerimonia del tè, dopo i grandi maestri Murata Shukō e Takeno Jōō. La Cerimonia del tè Sen no Rikyū di si fonda su quattro principi basilari a cui fanno riferimento tutti i lignaggi scolastici che proseguono gli insegnamenti di questo maestro del tè:
    Armonia (和, Wa): Questa dimensione comprende la relazione ospite-invitato, gli oggetti scelti, il cibo servito. Queste relazioni devono riflettere il ritmo impermanente delle cose e della vita. L'effimero compreso in tutte le cose viene confermato infatti dal loro mutamento costante. Ma essendo l'effimero, l'impermanente, l'unica realtà in cui ci muoviamo esso assurge a Realtà ultima. Ospite e invitato sono in realtà intercambiabili in quanto agiscono coerentemente in questa dimensione di consapevolezza. Prima di offrire il tè, l'ospite porge dei dolci all'invitato, a volte un pasto leggero. Tutto deve essere all'insegna della stagione in corso, al ritmo naturale della cose. Il principio dell' "Armonia" significa dunque essere affrancati da ogni pretesa e da ogni estremismo, incamminati lungo la moderazione e la "Via di mezzo" propria degli antichi insegnamenti buddhisti.
    Rispetto (敬, Kei): È il riconoscimento in ogni persona, ma anche nei più semplici oggetti, della presenza di una innata dignità. Coltivare questo vissuto nella Cerimonia del tè e nella vita permette di comprendere la comunione dell'essenza di tutto ciò che ci circonda.
    Purezza (清, Sei): Va immediatamente precisato che in ambito , questo non significa discriminare tra ciò che è "puro" e quello che è ritenuto "impuro", essendo il "puro" e l'"impuro" partecipanti insieme alla Realtà ultima. Spazzare la stanza del tè significa occuparsi di disporre un mondo che accolga anche il "bello". Che consenta a ciò che è "bello" di esprimersi. Questa occupazione è anche una metafora nei confronti della nostra mente e dei nostri vissuti che vanno quotidianamente "spazzati" dai vincoli mondani e dalle loro preoccupazioni, per consentirsi esperienze altrimenti non esperibili. Mentre pulisce la stanza del tè, l'ospite riordina anche se stesso.
    Tranquillità (寂, Jaku): Sōshistsu Sen (千宗室), XV iemoto (家元) del lignaggio Urasenke (裏千家), così esprime questo principio: «Seduto lontano dal mondo, all'unisono con i ritmi della natura, liberato dai vincoli del mondo materiale e dalle comodità corporali, purificato e sensibile all'essenza sacra di tutto ciò che lo circonda, colui che prepara e beve il tè in contemplazione si avvicina ad uno stadio di sublime serenità.» L'incontro con l'altro nella Cerimonia del tè amplifica questa dimensione e, come ricorda sempre il XV iemoto dell'Urasenke: «Trovare una serenità duratura in noi stessi in compagnia d'altri: questo è il paradosso.»

    Considerazioni personali:



    Adoro la cerimonia del te in tutte le sue parti, è veramente un momento sacro in cui il singolo uomo è in grado di rigenerarsi attraverso la meditazione e l'umiltà. Questo è uno dei motivi per cui vorrei poter, un giorno, andare in Giappone. La spiritualità di questi semplici gesti mi coinvolge veramente tanto, il contrasto tra il Giappone moderno super tecnologico e questa sua parte più antica e spirituale è veramente affascinante.

    Volendo condividere con voi la mia passione per la cultura Nipponica ho pensato di iniziare questa mia avventura, se a voi farà piacere vi renderò partecipi del mio viaggio nella cultura di un paese affascinate e misterioso.
    Spero vivamente di non avervi annoiato e soprattutto di non esser stata troppo prolissa, ma l'argomento è così interessante e ci sarebbero ancora un sacco di cose da dire, ma penso che a questo punto probabilmente vi annoierei veramente . :*frust*:
     
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  2. francy81.
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    Meraviglioso, quando sono stata in Giappone la prima volta essendo stato un viaggio organizzato per i primi giorni ho potuto assistere con grande onore alla cerimonia del te' e l'abbiam pure assaggiato! Fortissimo!!!!
     
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    Che invidia Francy (sogna ad occhi aperti) non sai quanto vorrei poter andare in Giappone! E' da quando avevo 16 anni che ho questo desiderio nel cuore ma non sono ancora riuscita (e non so se riuscirò mai) :*argh*: a renderlo reale, è e forse sarà sempre un mio sogno. Anyway, hai voglia di condividere con me i ricordi del tuo viaggio in Giappone? Ne sarei molto onorata!
     
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  4. francy81.
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    sicuro tesoro quando vuoi e posso mandarti anche le foto di quando la seconda volta siamo stati durante la fioritura dei ciliegi... se vuoi posso darti anche qualche dritta dal punto di vista economico per fare un viaggio lì... è meno costoso di quel sembra^^
     
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    uhhhhhhhhhhh i ciliegi in fiore nooooooo (non so dire quanto voglia poter andarli a vedere) eccetto i problemi economici della mia famiglia in questo momento direi che a mio marito di visitare il Giappone :*aaah*: "Non gliene può fregare di meno" citando le sue testuali parole. Infatti è per questo che dico sogno irrealizzabile, sempre che non cambi idea (sogna ad occhi aperti) :*lalala*:
    Foto uhh che bello si arigatou
     
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  6. kisukeuraharaxxx
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    ecco, se siete appassionate di questo tipo di principi e se vi interessa la cultura tradizionale giapponese che piu' tradizionale non si puo' potrei suggerirvi un paio di perle che si fanno nel nostro Paese (e in cui si e' seguiti da Maestri Giapponesi). In Italia esiste la sede distaccata di un'associazione giapponese che pratica tutta una serie di cose ipertradizionali come per esempio la cerimonia del Misoghi (e' un esercizio di purificazione che si pratica sotto una cascata, lago o mare a seconda dell'energia di cui abbiamo bisogno per liberarci della "polvere" che accumuliamo nel nostro vivere quotidiano. Si pratica sotto la responsabilita' del Maestro Giapponese che ne e' appunto Maestro non per grazia ricevuta ma perche' si e' allenato tutta la vita a mettere in pratica gli stessi principi tradizionali su cui si fondano la cerimonia del te', le arti marziali ecc. E' davvero un'esperienza esaltante!
     
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    CITAZIONE (kisukeuraharaxxx @ 12/8/2013, 23:06) 
    ecco, se siete appassionate di questo tipo di principi e se vi interessa la cultura tradizionale giapponese che piu' tradizionale non si puo' potrei suggerirvi un paio di perle che si fanno nel nostro Paese (e in cui si e' seguiti da Maestri Giapponesi). In Italia esiste la sede distaccata di un'associazione giapponese che pratica tutta una serie di cose ipertradizionali come per esempio la cerimonia del Misoghi (e' un esercizio di purificazione che si pratica sotto una cascata, lago o mare a seconda dell'energia di cui abbiamo bisogno per liberarci della "polvere" che accumuliamo nel nostro vivere quotidiano. Si pratica sotto la responsabilita' del Maestro Giapponese che ne e' appunto Maestro non per grazia ricevuta ma perche' si e' allenato tutta la vita a mettere in pratica gli stessi principi tradizionali su cui si fondano la cerimonia del te', le arti marziali ecc. E' davvero un'esperienza esaltante!

    Me te abrassa, arigatou Kisuke, il Misoghi era il mio prossimo argomento. :*lalala*: Fammi pure sapere tutto ciò che sai adoro tutto ciò che è jappo
     
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6 replies since 10/8/2013, 00:02   29 views
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