Serie Johnnies

racconti M/M di Amy Lane

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    ☼ Serie Johnnies ☼
    Genere: racconti M/M
    Storia: Amy Lane
    Editore:
    Anno:
    0.5 Super Sick Man - uscirà nei primi mesi del 2016 (fonte ufficiale dream spineeer)
    1 Chase nell ombra - 22 Settembre 2015 Editore: Dreamspinner Press Italiano
    2 Dex in blue - inedito
    3 Ethan in Gold - inedito
    4 Black John - inedito
    Volumi:5

    ☼ Chase nell ombra ☼

    ♠ Trama ♠

    Chase Summers: un ragazzo d’oro. Una bella ragazza, dei buoni amici e un futuro promettente.

    Ma nessuno conosce il vero Chase.

    Chase Summers ha una lametta da rasoio appoggiata al polso e l’odore dell’addio al suo amante appiccicato alla pelle. C’è una porta nel suo cuore, così spaventosa che preferirebbe morire piuttosto che aprirla, e le bugie che ha utilizzato per tenerla chiusa diventano più deboli a ogni tocco proibito. La vita di Chase è in disfacimento e la decisione di liberare la sua sessualità in segreto ha contribuito a mandare in pezzi la sua mente più velocemente.

    Chase ha la possibilità di vivere un amore vero e salvarsi. Può anche aver incontrato Tommy Halloran nel mondo del gay a pagamento – mondo in cui non importa il numero di amanti, l’importante è girare una buona scena – ma se vuole la guarigione che l’amore di Tommy ha da offrirgli, dovrà trovare il coraggio di lasciare l’ombra del passato per la luce del sole. Potrebbe voler dire chiedere troppo a un uomo che ha passato tutta la vita a nascondere il suo vero io. Chase lo sa fin troppo bene: le sole cose che prosperano nell’oscurità di un cuore sono i demoni personali che amano guardarci sanguinare.

    • Recensione •
    Storia: 9
    La storia è favolosa non ci sono altre parole. L'autrice riesce a descrivere i sentimenti e ciò che un personaggio ha nel cuore nei minimi dettagli. L'unico neo è il finale, qui si lascia ancora ampio spazio per una continuazione che (non avendo potuto leggere gli altri libri della serie) non so se ci sarà.
    I personaggi sono profondi, tormentati, complessi, ma anche divertenti, unici, mai banali. Anche quelli non principali sono veramente ben descritti e delineati nel contesto del romanzo e fanno sperare che l'autrice ci regali un racconto approfondito su di loro.
    Sicuramente non è un libro leggero da leggere in cui le lacrime scendono copiose ma che non ti lascia mai con l'amaro in bocca perchè fortunatamente c'è il lieto fine. La speranza che il futuro ci possa donare ancora un sacco di gioia anche se il nostro passato è stato disastroso.
    Voto generale: 9
    Racconto unico del suo genere. Il background di Chase veramente pesante, le sue scelte, fatte per non ferire mai nessuno e non sentirsi in colpa(tanto non ci riesce), soprattutto il perché delle sue scelte(la porta rossa,cosa è racchiuso dietro di essa), tutto viene analizzato nei più piccoli particolari.
    L'amore immediato per Tommy anche lui con problemi di bulimia. Riesce a capire che il suo adorato Tommy ha bisogno di aiuto ma non lo vuole per se stesso, pensando (erroneamente) di non esserne degno.
    Il padre di Chase che alla fine da mostro disumano diventa mostro umano anche se bigotto, cattivo, con un cervello più piccolo di una gallina (scusatemi galline non volevo offendervi paragonandolo a voi). amava sinceramente la moglie, ma in un modo malato e incapace di creare un ambiente famigliare sereno in cui vivere (C@@@o come fa un genitore a incolpare il figlio per le scelte sbagliate degli altri, soprattutto quelle della madre, debole di Chase).
    L'amicizia forte ma la paura di rivelare troppo del proprio passato perché convinti di perdere l'unico affetto che ci lega a questo mondo. Tutti sbagliamo l'importante è affrontare i nostri errori, sempre che siano veramente nostri, e cercare di porvi rimedio.


    La mano di Mercy sulla sua coscia era intima e provocante. “Spero non stessi ballando con una bella ragazza.” Sembrava fare le fusa mentre lo accarezzava dolcemente. Erano carezze ben fatte: leggere, in grado di soddisfare i bisogni di Chase, gentili ma allo stesso tempo esigenti. Chase aveva voglia di toglierle la mano da lì.
    No, dolcezza. Mentire a una donna su chi sono e su cosa voglio è più che abbastanza.
    “Non c’è ragazza là fuori in grado di farmi più felice di te!” Oh Dio, una verità. Mah, chi lo sa!



    Si staccò, provando calore e felicità al contatto, abbastanza orgoglioso di come fosse riuscito a ingannarla; quasi si era dimenticato dell’imbroglio in cui la stava facendo vivere, quando lei mormorò: “Mmm… allora, pronto a entrare e riprendere da dove ci eravamo interrotti?”
    No, lo sperma del mio vero amore mi bagna ancora il solco tra il sedere e mi scivola tra le cosce.
    “Certo, tesoro. Solo, posso farmi una doccia prima? Mi hanno rovesciato un drink e mi sento addosso un odore veramente nauseante, ok?”


    Quando si tolse i pantaloncini e l’aria primaverile accarezzò la sua pelle, l’erezione non era più ‘parziale’.
    E ora, il giorno dopo, Chase si stava guardando completamente affascinato mentre si masturbava davanti alla telecamera.
    “Cavolo, il mio cazzo è enorme senza peli.”
    John rise piano. “Piccolo, potresti vedere quel cazzo persino in una giungla di peli.


    QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL PORNO
    IL RAGAZZO nel video era un giovane ventenne, una via di mezzo tra Golia, il Leviatano e un dio greco. Aveva i capelli scuri e i tratti italiani, un sorriso al contempo arrogante e ingenuo che aveva affascinato tutti fin dalla sua prima ripresa, sdraiato mollemente sul letto, a chiacchierare in maniera casuale col biondino che stava per scoparsi.
    Si erano tolti le magliette e i pantaloni, entrambi nudi e glabri, i muscoli dello stomaco contratti, i piccoli capezzoli increspati da ripetuti succhiotti, ogni corda del loro corpo che si tendeva per l’attesa. Le vene degli avambracci di Ethan erano in rilievo mentre si spingeva contro i fianchi di Cameron, il biondino.
    Il suo uccello era lungo quanto quello di Chase, un po’ più grosso, e Cameron urlava ogni volta che Ethan affondava il bacino.
    Chase guardava il video con una certa intensità, pensando:
    Lo farò anch’io. Lo farò anch’io. ANCH’IO, ANCH’IO!!
    Guarda da quell’angolatura, il modo in cui si apre alla videocamera. Guarda come Cameron utilizza la mano più lontana per accarezzarsi, o come Ethan sbatte il suo cazzo sullo stomaco di Cameron per mantenere l’erezione mentre cambiano posizione. Guarda com’è girato il primo piano, riescono a farlo con la telecamera o possono…
    Oh Dio, sta per venire.
    E Ethan lo sta provocando, gli prende la mano, gli tiene il culo…
    Oh Dio, così sarebbe venuto!
    E sembra proprio gli piaccia, quella cosa enorme dentro il suo corpo, pura estasi, pura beatitudine, puro orgasmo sul suo viso mentre lui...
    Prenditi il cazzo, idiota, stai per…
    … stai per venire!

    Chase si portò la mano dentro i pantaloni e si strinse forte una, due, tre volte, poi venne, in silenzio, nelle mutande. Rimase immobile davanti al computer per un po’, tremando, pregando che Mercy non si fosse svegliata quando l’ultimo spasmo gli aveva squassato il corpo.


    Dex annuì. “Sì, ho letto che hai la ragazza. Lo sa quello che stai facendo?”
    Le spezzerebbe il cuore saperlo. Finirebbe per odiarmi e non vorrebbe più parlarmi e non ha mai fatto nulla per meritarsi questo e Dio, Mercy, io voglio solo…voglio solo… oh, al diavolo, la paga è favolosa.
    Chase scosse la testa. “Non ne ha la più pallida idea.” Si fece piccolo piccolo, aspettando che Dex gli facesse una scenata perché stava mentendo alla sua ragazza, perché stava nascondendo una parte della sua vita, per non ammettere che era un etero orgoglioso di girare film porno per gay.
    “Ok, questo potrebbe essere un problema,” lo avvertì Dex, sgonfiando l’ansia di Chase.
    Chase annuì, tutt’orecchi.
    “Avrai dei lividi, magari non per il video che gireremo domani, ma nelle riprese in cui si andrà più sul fisico, che tu stia sotto o sopra ti prenderanno per le braccia, per i fianchi, per le cosce e ti stringeranno forte come se da quello dipendesse la loro vita. Se stai sopra ti faranno lividi sui fianchi, se stai sotto li avrai sul sedere. Succhiotti, lividi, indolenzimento muscolare, se non hai mai scopato con un uomo non lo puoi sapere, ma lo facciamo come se fosse una disciplina olimpica. Se sei etero, è una questione di nervi, no? Bene, li devi scopare forte e farlo nella maniera giusta e non è tutto rose e fiori. Anche se non ti piace farlo con forza con la tua ragazza, qui è diverso. Ti lasceranno i segni. Se lei non lo sa, dovrai inventarti un viaggio di lavoro o dire che vai a trovare i tuoi, insomma ti dovrai inventare qualcosa e poi magari fare sesso con lei a luci spente quando ritorni.”
    Oh Dio, sto per venire.
    “Beh, si può fare.” Chase scrollò le spalle e bevve così tanto frullato in un sol sorso che gli si gelò il cervello e dovette inghiottire velocemente e impuntarsi di non premere i palmi sugli occhi. Dex lo notò e si mise a ridere, si allungò verso di lui per assestargli delle piccole pacche sulla spalla.
    “Andrà tutto bene,” gli assicurò.
    Farò sesso! Sesso! Sesso sesso sesso sesso… con un uomo!
    “Beh, hai visto il video, no? Ho un corpo creato apposta per il porno.” Tirò fuori uno di quei suoi sorrisi, uno di quelli da lanciatore, quando sapeva che il battitore avversario non pensava che a lui.
    Dex alzò gli occhi al cielo. “Oh, cielo! Non vedo l’ora di scoparti fino a farti esplodere. Dev’essere proprio un’esperienza!”
    Chase riuscì valorosamente a non sputacchiare il suo frullato, ma i suoi occhi dovevano essere diventati enormi come due palle da softball, visto che Dex scoppiò a ridere sempre di più. Era proprio una bella risata, aveva un sorriso affascinante; Chase ci mise un minuto ad accorgersi che Dex non era Donnie e quasi si perse quello che successe subito dopo.
    “C’è un’altra cosa…”
    “Mamma mia, queste parole cominciano a spaventarmi ogni volta!” Dillo ancora! Dillo che sul set sarò qualcun altro, sarò libero, sexy, qualcuno che può abbracciare e stringere un altro uomo, qualcuno che sarà abbracciato e amato da un altro uomo… dimmi che sarò felice.


    Ethan rise ed entrambi entrarono nella doccia. Senza nessun preavviso, Ethan strinse piuttosto energicamente Tango a sé, schiena contro petto, facendogli scorrere le mani dall’addome teso al petto, con i muscoli ben in evidenza sebbene non fosse un torso da body builder, fino a raggiungere la schiena. La sua mano scivolò sull’inguine di Tango trovando la sua possente erezione che penzolava lenta.
    “Stai scherzando, vero? Pensi davvero che lascerò entrare quel mostro nel mio culo? È già difficile succhiarlo…”
    “Ti piace sentirlo duro.” Tango si tese, quell’incorreggibile sorriso si allargò. Il respiro aumentò di velocità e tutti in quella stanza, dai due cameraman alla ragazza degli asciugamani, trattennero il fiato mentre gli ansimi dei due riecheggiavano nella doccia.
    Ethan lo strinse e Tango chiuse gli occhi appoggiandosi alla sua spalla. “Piace anche a te,” mormorò Ethan. “Che ne dici, Tango, sono tutto duro, sei pronto per un altro round?”
    “Sempre scopare, cazzuta meraviglia. Ehi, qualcuno gli passi il lubrificante.”
    Ci fu un breve fruscio, Tango si allungò quel tanto che gli permise di prendere il tubetto dalla ragazza degli asciugamani per poi passarlo al ragazzo dietro di lui. Ethan velocemente indossò un preservativo e lubrificò il suo uccello, Cristo, era proprio così grosso? E Tango quasi non ebbe il tempo di piegarsi in avanti che Ethan si spinse dentro di lui.
    “Oddio, sei così stretto!” lo lodò Ethan, accarezzandogli la coscia muscolosa. Il fianco fremeva per quella che sembrava essere un po’ di stanchezza, ma Tango strinse i denti ansimando. “Stretto come eri tu, ma non ce la faccio più, amico, sono stanco.”
    Ethan sospirò, rabbrividendo per tutto il corpo. “Dai, sono ancora molto sensibile, tieni duro che ci sono quasi.” Le sue braccia erano attorno al ventre di Tango, che aggiustò la sua posizione per poi sorprendere Chase, e probabilmente tutti i presenti, quando appoggiò la mano alla parete con un piede sul portasapone mentre spingeva i fianchi su e giù contro Ethan con una forza incredibile.
    La testa rovesciata all’indietro, i denti scoperti, iniziò quel ringhio peculiare che palesava a tutti quelli che stavano lì che, fosse solo sesso o no, stava veramente raggiungendo l’orgasmo.
    “Oh merda, Tango, sto venendo!” A quel segnale, Tango si appoggiò sulla mensola della doccia e allungò la mano tra le gambe per prendersi cura della propria erezione mentre Ethan faceva la stessa cosa, strappandosi il preservativo di dosso e pompando freneticamente il suo membro fino a esplodere tra le natiche e la schiena di Tango.
    Tango grugnì ed emise un rumore acuto, completamente ignaro delle cinque persone nella stanza, chiuse gli occhi e si lasciò andare schizzando il proprio carico contro la parete della doccia.
    Ci vollero alcuni minuti perché l’atmosfera elettrizzante scemasse, nel frattempo i due ragazzi si rizzarono appoggiandosi l’uno all’altro come due ubriachi, poi presero del sapone dal dispenser per insaponarsi i capelli, il petto e l’inguine.
    “Dio,” mormorò Ethan, “cazzo che sorpresa. Ma che fai? Vivi di Viagra o cosa?”
    Quel sorriso diabolico non accennò a sparire. “Ehi, eri tu quello che aveva voglia di scopare.”
    Ethan gli allungò uno schiaffo sul sedere. “È che sei così scopabile, cazzo.”
    “Hai ragione, cazzo.” Tango arcuò un sopracciglio e sorrise compiaciuto al tizio che lo aveva appena stampato sulle piastrelle della doccia. Dex picchiettò sulla spalla di Chase proprio in quel momento e il ragazzo rilasciò il sospiro che stava trattenendo. Insieme si avviarono verso l’uscita dello spogliatoio, senza però che la cosa passasse inosservata a Tango.
    Per un attimo, giusto solo un attimo, Chase incontrò gli occhi, uno era ancora chiuso, del ragazzo che aveva appena scopato come Loki, il folle dio del sesso, e ne rimase scioccato.


    “Kevin arriva tra un po’. Volevo parlare con te. Ti ho già ricordato che era il mio compleanno?”
    “Hai ventun anni, puoi bere adesso.” Certo, entrambi bevevano spesso birra a casa di Donnie. “Che cosa farai ora, il gradasso con noi solo perché ora puoi comprare alcolici? Perché lo sai, mi mancano due settimane e poi avrò anch’io ventun anni. Vantati pure!” Chase stava scherzando, o comunque ci stava provando, perché gli occhi azzurri di Donnie erano piuttosto stretti e pericolosi e la sua bocca solitamente sorridente era piatta e compressa.
    “Già. Beh, ho avuto bisogno di un drink, fammelo dire. Perché sai che cosa mi ha regalato Alejandro per il mio compleanno? Doveva essere uno scherzo, bada bene, perché voleva farmi vedere quello che mi stavo perdendo da quando ha compiuto ventisei anni quest’anno.”
    Oh, merda. Chase sorrise con malizia e aggrottò le sopracciglia. “Uno spogliarellista?”
    “Ti piacerebbe,” ribatté Donnie amaramente, incamminandosi verso l’auto solo per calciare quel dannato pneumatico. “Mi ha regalato un abbonamento a un sito porno, stronzo. Indovina a quale?”
    Chase non poteva più fingere, non con Donnie. “Johnnies,” disse debolmente. “Hai un abbonamento a Johnnies.”
    Donnie sospirò e si appoggiò contro la macchina, la rabbia che gli usciva da tutti i pori. “E indovina chi c’è in primo piano nella homepage del sito web, il loro nuovo ragazzo, la prossima star.”
    Chase sospirò. Non lo sapeva per certo, ma se lo poteva immaginare. Non aveva più visitato il sito dopo la prima settimana. Gli era piaciuto leggere i commenti in un primo momento, ma ce n’erano più di un migliaio, che lodavano le dimensioni del suo cazzo, la sua resistenza e il suo corpo, ma nulla su di lui, neppure sul suo sorriso. Aveva smesso di guardare, lo stava facendo per se stesso e per nessun altro, ed era proprio così che voleva viverla.
    “Un brutto stronzo di nome Chance,” mormorò, appoggiandosi contro la macchina accanto al suo più caro amico.
    Il quale prontamente gli diede una sberla amichevole dietro la testa. “Tu sei un dio, lo sai, ora chiudi il becco. Ma che cazzo ti credi di fare?”
    “Pensavo che dovessi chiudere… ahi!” Questa volta Donnie era serio quando lo colpì di nuovo sulla testa.
    “Non scherzare con me, Chase,” scattò l’amico e Chase si sentì improvvisamente confuso e sollevato quando Donnie, lo stesso Donnie che aveva avvolto il suo braccio sulle spalle di Chase dopo quasi ogni partita che avevano giocato dalla seconda elementare in poi, appoggiò il braccio sulla sua spalla in modo neutro, gentile, confortante. Chase appoggiò la testa sulla sua spalla, sentendo una stretta alla bocca dello stomaco. Il ragazzo era incazzato. Non c’era alcun dubbio nella sua mente che Donnie fosse incazzato. Ma a quanto sembrava essere incazzato non significava che non fosse più un suo amico e Chase aveva solo voglia di piangere da quanto era sollevato.
    “Nemmeno il baseball?”
    Il petto di Donnie si rilassò sotto la testa di Chase. “Sì, stupido stronzo. Possiamo giocare a baseball. Che diavolo stavi pensando, Chase?”
    Chiuse gli occhi e per una delle poche volte al di fuori del letto di Tommy o della sua casa o della sua auto, si permise di provare quello che provava Chance. Chance era arrogante e sicuro di sé. Chance era avventuroso e sensuale. Chance non permetteva a nulla di mettersi sulla sua strada nel perseguire il suo piacere ed era dannatamente orgoglioso del fatto che potesse piacere a un’altra persona.
    Chance non aveva una fastidiosa morale o la preoccupazione di far del male al prossimo, non permetteva a nulla di interferire con le sue scopate o con l’essere scopato nel modo più scandaloso, più forte, più bello possibile.
    Stavo pensando che preferisco essere Chance che Chase tutti i giorni della settimana.
    “Avevo bisogno di soldi.”
    “Ci sono modi migliori per far soldi,” sospirò Donnie, la sua voce severa. Stava facendo il possibile per comprendere Chase, dopo che lui gli aveva sfacciatamente mentito. Chance la porno star non c’entrava nulla con la favola che era la vita di Donnie, ma questi non lo aveva sbattuto fuori dalla sua vita. No, il migliore amico di Chase dalla seconda elementare gli aveva appoggiato il braccio intorno alle spalle e lo aveva invitato a parlare, a parlare davvero. Chase avrebbe dovuto fare di meglio.
    “No, non c’è,” sussurrò; Donnie lo conosceva, così lo guardò bene in faccia e Chase non era sicuro di quale fosse la propria espressione, ma fece chiudere a Donnie gli occhi per il dolore.
    Donnie spostò lo sguardo verso la casa e per un attimo, in preda al panico, Chase si chiese se Alejandro stesse uscendo perché, se proprio doveva parlare, Tommy sarebbe stato il primo della lista, Donnie secondo e Alejandro da qualche parte dopo Kevin, e prima di Mercy. Gli piaceva quel ragazzo, ma non aveva intenzione di aprirgli il suo cuore.
    “Chase, amico, io la amo. Tu lo sai, vero? È fantastica. È divertente e non è stupida ed è una bella, bella ragazza. Ma sai quello che non è?”
    “Credi che non lo sappia?”
    “Dillo. Solo una volta, ho bisogno di sentirtelo dire. Lo hai ovviamente ammesso a te stesso perché altrimenti non sarebbe… cazzo!”
    Donnie non riusciva a dirlo. Oh, merda. Donnie non riusciva a dirlo e doveva farlo Chase.
    Sono gay. Sono sempre stato gay. L’ho sempre saputo. L’hai sempre saputo anche tu. Mi dispiace se ti ho mentito, mi dispiace di averti fatto male con le mie bugie, ma soprattutto mi dispiace di essere gay.
    La sua voce era liquida e tremolante nelle sue orecchie quando disse: “Mi scopo ragazzi per soldi.” Le cerniere della porta rossa si gonfiarono, spingendo in fuori, liquido che traspirava dalle crepe, il respiro accelerato mentre Chase ci si appoggiava contro con le spalle tentando a tutti i costi di tenerla chiusa.
    “Già,” sussurrò Donnie, stringendo il braccio. “Guardati. Stai sudando e il tuo viso è praticamente grigio. Dio, Chase. Che cazzo stai facendo?”
    Chase fece qualche respiro profondo e si alzò, scrollandosi di dosso il braccio confortante di Donnie. “Quando sono sul set,” disse, “è come se stessi volando.”
    Donnie chiuse gli occhi. “Sai, se solo riuscissi a dirle la verità, potresti volare sempre, non solo sul set. Lo sai, vero?”
    Chase sentiva ancora il sapore di Tommy: si era furtivamente fatto una sigaretta nel cortile sul retro prima del caffè e il sapore amaro del fumo gli era rimasto sulla lingua. A Chase non importava. Voleva Tommy lì, voleva stringergli la mano così forte da fargli male. Tommy avrebbe reso questo momento con il suo migliore amico più facile; Chase sapeva che ci sarebbe riuscito.
    “Le ho fatto delle promesse,” disse debolmente, quelle promesse erano così sottili, con tutto quello che le stava facendo alle spalle, che erano quasi trasparenti e amare come il fumo.
    “Le promesse includono quel ragazzo che ti ha accompagnato qui?” chiese Donnie tranquillamente e Chase fece un passo indietro.
    “Non voglio parlare di Tommy,” disse, sapendo di essere infantile. Incrociò le braccia sul petto, come se avesse potuto tenere Tommy proprio lì e nessuno potesse sapere e nessuno potesse commentare e nessuno potesse mai strapparglielo via.
    “Sì, e perché?” Nessuno aveva mai ferito Donnie. Non aveva paura di niente. Fece due passi verso Chase e gli mise le mani sulle spalle e Chase sentì collassare la spina dorsale. Teneva le braccia incrociate, ma ora stava proteggendo il suo cuore tanto quanto stringeva a sé Tommy.
    Tommy è perfetto. Tommy non fa parte delle mie stronzate.
    “Tommy…” borbottò Chase, forse solo per aggrapparsi al suo nome. “Lui è speciale.”
    Donnie annuì. “L’ho riconosciuto dal sito, ma non hai mai fatto un video con lui.”
    Tommy non è un video. Tommy è reale. Tommy è mio.
    “Tommy è speciale.”
    Donnie tirò di nuovo Chase in quell’abbraccio confortante. “Chase, amico, qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere se dicessi a Mercy che sei gay e che vai a vivere con Tommy e fai qualcosa che non ti fa sudare freddo e diventare del colore della biancheria intima di Kevin?”
    Ogni cosa cattiva che mio padre ha sempre detto su di me diventerebbe vera.
    “Questa è una cattiveria.”
    “Rispondi alla domanda, coglione!”
    Sarebbe la ragione per cui mia madre… mia madre… sarei la cosa dietro la porta rossa, Donnie. Sarei quella cosa. Sarei la cosa peggiore che potrei immaginare. Posso essere un imbroglione e una pornostar e un idiota, ma non voglio essere la cosa dietro la porta rossa.
    “Mi dispiace,” mormorò, perché non riusciva a rispondere alla domanda, e grazie a Dio per Donnie e tutti gli uomini che erano cresciuti amati e che sapevano di esserlo.
    Le braccia di Donnie erano avvolte strette intorno alle sue spalle. “Lo ami?”
    “Sì.”
    “Cerca di non fargli del male.”
    Troppo tardi.
    “Sono un idiota.”
    La voce di Donnie sembrò spezzarsi un po’. “Cazzate. Rimangiatelo!”
    “Sono… quello che sto facendo…”
    “Sei fottuto, amico. Non lo sto negando. Ma non c’è un grammo di cattiveria nel tuo animo. Diavolo, ti ho guardato scopare davanti a una telecamera per ore. Scopi come un dio, lo sai?”
    Chase si tirò indietro, assurdamente compiaciuto. “Lo pensi davvero?” Donnie si mise a ridere, ma era una risata sbagliata. Sembrava più un pianto. “Cosa c’è che non va?”
    Donnie scosse la testa e si asciugò gli occhi. “È la tua voce, Chase. Proprio ora. È la stessa voce che hai usato la prima volta che hai lanciato in una partita. Avevamo cosa? Sette anni, e tu sei stato bravissimo, non ti avevo mai visto felice, e lo eri allora.” Donnie scosse di nuovo la testa. “Amico, Kevin sarà qui a momenti. Ti perdono, va bene? Solo, stai attento.” Donnie mise una mano sul petto di Chase per un minuto, ve l’appiattì sopra, con le dita grosse, il palmo largo, e Chase lo guardò stupidamente, non era sicuro del perché fosse ancora lì.
    “Non stai davvero bene, Chase. Se ti capitasse di voler risolvere il problema, fammelo sapere.”
     
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    Entra pure dunque, varca la porta del mio animo, tu che non temi le mie tenebre più oscure

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    avevo letto in giro la trama di questo libro, mi sembrava anche carino, ma poi visto che era della Dreamspinner ho lasciato perdere... :(
    ma non è che a un certo punto decideranno di pubblicare anche cartacei??? *^*
     
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    Cos'hai contro gli ebook? Se mai mi stancherò di questa vita da fuorilegge e aprirò una mia casa editrice mi getterò sugli ebook, ci vuole troppo capitale per metter su un editore "old style" (o si può comunque partire dal cartaceo, riducendo ulteriormente la qualità e la paga dei collaboratori *cof cof*)
     
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    Oramai mi sono completamente convertita agli ebook. I motivi sono pratici...spazio in casa...praticità di trasporto...quando ne ho finito uno ho un altro subito a portata di click.
    Comunque aspettando che la capa entri nel commercio la dreamspinner ha iniziato anche a fare dei cartacei. Pochi.
    Il racconto comunque vale veramente la pena quindi fare uno strappo alla regola non è la morte di nessuno ^.^
     
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